Esposizione Internazionale di Lisbona 1998

Ponte Vasco da Gama (Foto Agência para o Investimento e Comércio Externo de Portugal)

Ponte Vasco da Gama
(Foto Agência para o Investimento e Comércio Externo de Portugal)

Se il tema dominante dell’Expo di Siviglia era quello di onorare la memoria di Cristoforo Colombo a 500 anni dalla scoperta dell’America, a Lisbona nel 1998 furono gli “Oceani”, considerati come un mondo da scoprire e, inoltre, un’importante riserva naturale, altamente necessaria per la sopravvivenza della razza umana. L’obiettivo di primaria importanza consistette nel formare un fronte comune da parte dei Paesi partecipanti per consapevolizzare i visitatori su questo aspetto, sebbene non tutti si sottomisero a questa finalità.

La struttura fieristica era costituita dalle due aree destinate ai padiglioni internazionali, i cinque padiglioni tematici, il “Camino de Aqua” e il “Camino da Costa”, paralleli al fiume percorrendo l’intera zona espositiva (circa 60 ettari), la nuova stazione ferroviaria, il nuovo ponte sul Tago, lungo 17 chilometri ed infine la ricca dotazione di spazi pubblici che costituivano l’elemento unificante, stilistico e visivo, all’interno di un recinto affollato di edifici, tutte opere di grandi firme, ma fra loro molto disomogenei.

Dopo aver decontaminato il terreno ove prima sorgevano vecchie raffinerie di petrolio, si procedette alla creazione di una rete infrastrutturale tesa a salvaguardare l’ambiente adottando tecnologie innovative nei tre settori chiave, ossia energia, rifiuti e trasporti; un reticolo sotterraneo di gallerie tecniche raggruppava vari servizi: telecomunicazioni, elettricità, teleriscaldamento, teleraffrescamento, acqua potabile e acque piovane per l’irrigazione, acque grigie e rifiuti solidi urbani.

L’approvvigionamento energetico avveniva attraverso un impianto centralizzato.

L’inaugurazione ebbe luogo il 22 maggio e l’Expo durò fino al 30 settembre con tema“Gli oceani: un patrimonio per il Futuro”. Tempo e luogo perfetti per questo tema, tanto che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamò l’Anno Internazionale degli Oceani con Lisbona capitale storica dell’Atlantico e città di tutti i mari. “Venha merguhlar no futuro”. Venite ad immergervi nel futuro. Con questo titolo vennero edite tutte le brochures illustranti l’Expo di Lisbona. Infatti il Commissario Generale dell’Expo portoghese, Antonio Cardoso e Cunha, aveva affermato che questa Esposizione era stata animata dallo stesso spirito di modernità che 500 anni prima aveva spinto i portoghesi a solcare mari sconosciuti; la commemorazione universale degli Oceani stabiliva una stretta alleanza temporale passato-presente-futuro, rendendo lo studio della relazione storica con gli Oceani uno strumento di comprensione del ruolo vitale che questi hanno per l’esistenza umana. L’evento vide la partecipazione di 110 Paesi.

Pavilhao Portugal (Foto Agência para o Investimento e Comércio Externo de Portugal)

Pavilhao Portugal
(Foto Agência para o Investimento e Comércio Externo de Portugal)

Furono 5 i padiglioni tematici: Oceani, Conoscenza dei Mari, Utopia, Futuro, Portogallo. Poi altri con l’Area Internazionale dei Paesi, delle Istituzioni e delle Organizzazioni; i Giardini d’Acqua e l’Esposizione Nautica.

Tra l’altro l’Oceanario – di disegno innovatore ma armonioso con l’ambiente – fu un padiglione che aveva il maggior acquario del mondo e riproduceva quattro ecosistemi del pianeta – Indiano, Pacifico, Antartico ed Atlantico - con una vasta presenza di animali portati da posti remoti. Il risultato fu sorprendente e molto gradevole per tutti i visitatori.

Il padiglione che raccolse il maggior numero di visitatori fu quello della Realtà Virtuale, mentre il Padiglione del Futuro lasciò molto a desiderare, anche perché di spazio limitato. Il Padiglione dell’Utopia fu quello che ottenne il maggior successo celebrandosi uno spettacolo basato sulla rappresentazione teatrale, l’immagine, il suolo e gli effetti speciali per una durata di mezz’ora. Lo spettacolo si ripeteva ogni tre ore. L’edificio aveva la forma di tartaruga e le sue rifiniture in legno lo facevano ancora più bello ed impressionante da dentro. Dovuto al suo enorme volume dava una sensazione vera di edificio utopico; entrare in lui era entrare veramente nel mondo dell’utopia e poteva contenere fino a 10 mila persone.

Parque Naçoes (Foto Agência para o Investimento e Comércio Externo de Portugal)

Parque Naçoes
(Foto Agência para o Investimento e Comércio Externo de Portugal)

I Paesi partecipanti furono 145, i visitatori furono otto milioni e mezzo di cui circa 3 milioni gli spagnoli.

L’orario di apertura fu molto ampio: dalle 10 del mattino alle 3 del giorno successivo, con orario continuato.

L’Esposizione nella capitale portoghese fu l’ultima del XX secolo e fu a carattere internazionale e non universale come quella di Siviglia. Pur tuttavia Lisbona offrì una dimostrazione di qualità mondiale, con tutti i progressi riguardanti i computer, i formati cinematografici e gli orologi Swatch.

 

Post-EXPO

L’Expo fu per il Portogallo una prova di orgoglio a dimostrazione dei progressi compiuti sul cammino verso la modernità. Il progetto portato a termine costò oltre due miliardi di dollari e questo in tempo record, contagiando l’intera città in una frenesia di opere di sistemazione della rete stradale, di ampliamento della linea metropolitana, di ristrutturazioni di palazzi e musei. L’Expo servì anche a rigenerare una vasta area di 330 ettari, nella parte orientale della città, non distante dal centro, lungo il maestoso estuario del fiume Tago.