La “Galleria dei Ritratti” di Cittadini Benemeriti

La Associazione organizza periodicamente incontri conviviali, riservati ai Soci, ai famigliari ed ai loro amici. In ciascun incontro un Cittadino Benemerito viene chiamato a testimoniare le motivazioni del riconoscimento a suo tempo a lui attribuito dal Comune di Milano o dalla Provincia di Milano. Queste presentazioni vedono quindi succedersi argomenti diversi che vengono illustrati attraverso l’impegno dei Cittadini Benemeriti nella vita della nostra Città e del suo territorio su un piano culturale, economico e sociale.

 

Un primo incontro per la “Galleria dei Ritratti” dei Cittadini Benemeriti si è svolto venerdì 2 giugno 2003 e ha avuto come relatore il Consocio Arch. Empio Malara fondatore ed anima dell’Associazione degli Amici dei Navigli a cui si deve un progetto complesso di iniziative rivolte a rendere navigabili il Naviglio Grande ed il Naviglio Pavese. L’incontro è cominciato con una navigazione sul Naviglio a bordo della motonave Viscontea e si è concluso a Gaggiano.

L’architetto Malara ha ricordato che grazie al lavoro di stimolo dell’Associazione Amici dei Navigli, sono stati raggiunti due primi traguardi: i Navigli sono solcati da due imbarcazioni, una piccola barca a pannelli solari ed un “taxi” all’origine veneziano, che possono procedere attraverso i portoni in legno della Conchetta restaurata per due chilometri nella zona Chiesa Rossa fino alla Conca Fallata, le cui paratie in ferro sono un piccolo gioiello dell’ingegneria idraulica di inizio ‘800.

Dopo 88 anni il Naviglio Pavese è così tornato ad essere navigabile.

E’ stato illustrato il funzionamento della turbina installata dalla AEM alla Conca Fallata che produrrà 2 milioni di kilovattora all’anno.

Sull’altro ramo, verso Gaggiano, ben tredici chilometri sono il percorso del Naviglio tra il verde dei parchi e le vecchie cascine per arrivare fino ad Abbiategrasso.

 

Il secondo incontro per la “Galleria dei Ritratti” dei Cittadini Benemeriti ha avuto come relatore il Consocio Arch. Gianni Ferri che ha presentato una sua testimonianza dedicata alla storia del Duomo di Milano. L’incontro si è svolto giovedì 29 marzo 2007 nella bella sede del Circolo “I Navigli” in via de Amicis.

Il Consocio Architetto Ferri ha ricordato l’atto di nascita del Duomo di Milano che nel 1986 ha compiuto i suoi primi seicento anni. L’atto di nascita è inciso su una lapide del ‘500 murata dentro la Cattedrale sulla destra, accanto al sarcofago di Ariberto d’Intimiano, che ricorda il 1386, l’anno in cui Gian Galeazzo Visconti decise la posa della prima pietra, in una città che allora aveva 200.000 abitanti, 40.000 uomini atti alle armi, 150 chirurghi e 1.500 notai, 1.355 chiese ma anche 1.150 taverne ed osterie, 10 ospedali e un lebbrosario, almeno secondo Bonvesin de la Riva.

L’architetto Ferri, ha illustrato la planimetria della zona del Laghetto e del Centro religioso, i lavori di edificazione della parte iniziale con la copertura dei transetti e della prima navata, la ricca donazione di un mercante di Venezia, Marco Carelli, che consentì di costruire la prima guglia della Cattedrale in marmo di Candoglia. Una donazione importante a cui seguirono in una lunga tradizione, le donazioni dei Cittadini milanesi, importanti ed umili, per secoli e secoli (non però ai nostri giorni come giustamente lamenta l’Arciprete del Duomo di Milano).

L’architetto Ferri ha illustrato i diversi progetti realizzati della facciata, da quella del Ribaldi a quella del Richini, a quella del Buzzi, dello Juvara del Vanvitelli e del Brentano ricordando infine la realizzazione delle Porte completate solo negli anni dell’ultimo dopoguerra ad opera di Arrigo Minerbi, dedicata ad illustrare la Chiesa milanese, di Giannino Castiglioni sulla vita di Sant’Ambrogio, dello scultore Franco Lombardi sull’affermazione civile e religiosa del Comune di Milano, sino all’ultima realizzata nel 1965 dallo scultore Luciano Minguzzi sui fasti del Duomo dalle origini fino a San Carlo Borromeo.

 

Un terzo incontro della “Galleria dei Ritratti” dei Cittadini Benemeriti, martedì 12 giugno 2007, sempre al Circolo Culturale “I Navigli”, ha avuto come filo conduttore un racconto del Consocio e fotogiornalista Vito Liverani che ha illustrato alcune belle fotografie tratte dal suo archivio ricco di sessantasei anni di attività come attento cronista della Città e non solo.

In questa occasione Liverani ha annunciato che, su richiesta di Ginevra Elkan, sta preparando una mostra che sarà ospitata a Torino, in autunno, per ricordare i cinque anni dalla scomparsa di Gianni Agnelli, uno dei tanti prestigiosi personaggi che Vito Liverani ha incontrato nella sua vita di lavoro.

Nato in Romagna, arrivato a Milano bambino a sette anni, si è innamorato della Città, delle sue luci e delle sue ombre, di tanti personaggi noti e di tanta gente comune che ha documentato con i suoi scatti, sempre con passione, perché “Milano fa male solo a chi non la ama”.

Un lavoro di fotocronista cominciato nello studio del fotografo Baratelli in via Passerella da ragazzino, continuato poi con una sua agenzia, l’Olimpia, fondata e gestita per venticinque anni e ceduta nel 1980. Dopo pochi mesi, per seguire il consiglio di un medico, ha ricominciato però a lavorare e nel 1981 ha fondato un’altra agenzia, l’Omega, che oggi, dopo ventisei anni, continua a seguire con l’impegno di sempre.

“Sono nato con la camicia e le bretelle, ho avuto tutto nella vita, grazie al mio lavoro, ho conosciuto tante persone importanti e tanta gente comune, ho vissuto la Città negli anni della ricostruzione e dell’entusiasmo e negli anni bui”. Un milanese come tanti, ben integrato grazie al suo lavoro in una Città fatta da tanti “non milanesi” che la amano e che, grazie a questo amore ricambiato, riescono a fare le cose in cui sperano e credono.

Vito Liverani ha ricordato con alcune belle immagini personaggi e campioni dello sport come Duilio Loi e Gianni Rivera ed altri atleti “ignoti”. Ha documentato con altre immagini alcune sue curiose iniziative, come una ventitré ore di aerei ad elica e nel 1965 la performance di uno sci d’acqua elettrico all’Idroscalo di Milano.

Non potevano mancare, tra i ricordi Liverani, le splendide fotografie di un’alba di vent’anni fa sul cielo rosso di Milano andando alla Malpensa, i fontanili nella campagna di Peschiera Borromeo, il Duomo, le Colonne di San Lorenzo e l’Arco della Pace, l’acqua dei Navigli percorsa per secoli dai barconi carichi di ortaggi, sabbia, materiali per costruzioni e dai marmi di Candoglia usati per costruire il nostro Duomo.