Manifestazione per i Soci “Milano e il suo futuro”
Milano, Palazzo Dugnani, 6 giugno 2002
L’Associazione ha organizzato un incontro per i Soci, ospitato a Palazzo Dugnani con Monsignor Libero Tresoldi, per lunghi anni Vescovo ausiliario di Milano, uomo di fede e cultura, ma soprattutto artefice e protagonista della vita cristiana nella capitale ambrosiana.
Monsignor Tresoldi ha esordito sottolineando come l’incontro sia stato programmato per discutere e dialogare tra persone accomunate da un onorato servizio per nome e per conto del Comune e della Provincia e tuttora animate da un profondo amore per la Città.
Non una “lectio magistralis”, ma invece riflessioni a voce alta. Non si deve però trattare neppure di un incontro tra persone piene di nostalgia, ma tra persone e operatori che, in virtù di conoscenze e di esperienze talora sofferte, si sentono di richiamare alla generazione dei “responsabili attuali” alcuni valori indispensabili al futuro e alla crescita di Milano. Una città prospera e non potrebbe essere altrimenti, perché usando una metafora, le radici sono sane, il tronco vigoroso, i rami e le foglie rigogliose, i fiori ed i frutti abbondanti.
Ripercorrendo la sua storia, Milano, ferita gravemente durante la seconda guerra mondiale, ha avuto la forza e la volontà dì riprendersi. Analogamente ha retto bene alla grande ondata migratoria degli anni sessanta. Ancora all’avanguardia nel periodo del miracolo economico con lo sviluppo delle grandi aziende, ha saputo dialogare e mettersi in sintonia con chiunque.
L’incremento della popolazione è stato costante e la Diocesi è passata da 3.500.000 a 5.100.000 persone sviluppandosi nei nuovi quartieri periferici della Città, e soprattutto, nell’hinterland, dove piccoli Comuni sono diventati a loro volta città, dando corpo a un unico insieme, l’area metropolitana.
Un impegno formidabile per rispondere alle esigenze che via via nascevano di abitazioni, di scuole, di servizi sanitari, di spazi di intrattenimento.
Dopo il tempo delle contestazioni e delle contrapposizioni ideologiche a livello europeo e che hanno segnato il mondo intero, si può osservare che, nonostante tutto, per quanto riguarda la nostra Città, non è mai venuto meno il senso di responsabilità, il gusto della libertà, la passione per il bene comune, almeno in una parte importante della cittadinanza.
La sfida attuale è nel saper comprendere e gestire i grandi cambiamenti, quale il passaggio che ormai si è verificato a Milano e nel suo territorio da una società industriale ad un terziario, più o meno avanzato, accompagnato da una sorta di “strapotere” della comunicazione sociale con il tentativo di relegare il pensiero della tradizione e della cultura, ispirati alla fede cristiana, ad una “realtà d’altri tempi” con ripercussioni negative sui modelli di vita.
Incombono gli enormi progressi della scienza, con gli interrogativi crescenti circa le sorgenti di vita.
Quale futuro per la nostra Milano?
Un futuro, sicuramente, segnato da altri e nuovi importanti cambiamenti, perché è il cambiamento l’unica costante della società moderna e contemporanea. Un futuro a cui si deve guardare con fiducia, speranza e responsabilità, così come i Cittadini milanesi nel dopoguerra e in ogni momento di crisi hanno saputo avere fiducia, speranza e responsabilità, con quella serenità e onestà d’animo che ha sempre accompagnato il loro pragmatismo.